Filosofia e Teoria del Testo (2. sem.): considerazioni sparse

Filosofia e teoria del testo (2. sem.): considerazioni sparse

Cari Amici,
le lezioni del Corso di Filosofia e Teoria del Testo sono iniziate ieri, 20 febbraio 2012,e si protrarranno per 30 ore, distribuite in lezioni di 2 ore ciascuna secondo il calendario previsto : Lunedì e Giovedì pomeriggio. L’orario stabilito ha dovuto, però, essere cambiato: anziché dalle 16, le lezioni si svolgeranno dalle 17 alle 19; il lunedì in aula C e il giovedì (pare) in Aula A. Spero che certe sovrapposizioni e certi incroci siano eliminati da questa nostra mossa concordata coi primi studenti visti a lezione. Mi si dice che il nostro non è l’unico caso di sovrapposizioni di orario, che gli incroci sono inevitabili. La cosa non mi rincuora, anzi, se possibile, mi rattrista.

Il Corso di “Filosofia e teoria dell’oralità”dovrebbe svolgersi a seguire, cioè dopo che saranno finite le lezioni di “Teoria del Testo” (fra un mese e mezzo circa). Si è scelto di fare così per evitare altre sovrapposizioni e altri incroci. Prevedo che sia possibile completarlo, considerando i ritocchi al calendario didattico che si sono resi necessari dopo la maestosa nevicata delle scorse settimane.

Filosofia e Teoria del Testo è una disciplina bifronte: da un lato guarda alla eredità della Linguistica Testuale, e dall’altra alla eredità della filologia testuale dello scorso secolo. Il cuore è la nozione di Testo. A chi può servire? Penso sia utile al futuro docente o al futuro scrittore, ma penso soprattutto a chi i testi li deve leggere e deve sapere come si legge un testo, come lo si analizza, come si evita di proiettare se stessi in un disperante wishful thinkingche annulla il testo dinanzi all’ingombrante io di certi lettori faciloni o ideologizzati. La filosofia del testo vorrebbe insegnare a evitare quegli errori che sempre più spesso si riscontrano nel giornalismo, nella vita politica, nella vita accademica perfino. Il Testo non è il Libro: essi co-abitano forse e in parte uno stesso spazio, ma non sono la stessa cosa. Penso che la Teoria del testo sia utile — forse indispensabile — a chi desidera leggere un testo per farne un libro: a un editor, insomma. Sapete quelle persone che in una casa editrice leggono i manoscritti, li correggono, li elaborano, ovvero li cestinano? Ecco, questi sono editors. E il loro lavoro è tanto più importante quanto maggiore è il numero degli Autori che non sono scrittori di professione. Un buon editor è spesso uno studioso che applica le proprie conoscenze in modo creativo e competente. E’ un servitore leale del libro, perché sa cosa sia un testo; ma lavora al testo, perchè spesso ha un’idea precisa circa la dignità che deve essere posseduta da un libro a stampa. E, credetemi, nell’era della scrittura digitale, fare questo lavoro, studiare queste cose, è quasi dare una testimonianza di fiducia nel futuro della cultura. Pensateci: pensiamoci. (m.l.m.)


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